Cosa non è un coach…
Ora che abbiamo capito cos’è il coaching e intuito che magari fa per me – fa per te se… – sgomberiamo il campo da falsi miti, nati soprattutto dalla traduzione letteraria della parola inglese coach. Cos’è un coach? Anzi, cosa non è un coach?
Non è un allenatore. No, non ci alleniamo. Non vi assegnerò corse o addominali da fare. Lungi da questo, un coach per etica e disciplina non può dirvi cosa fare e come farlo. Ricordate sempre che le risposte vengono da voi stessi, non dal coach. Il coach è uno strumento per raggiungere le risposte attraverso domande articolate nella giusta maniera che vi concedano l’opportunità di esplorare il vostro mondo e il vostro sé.
Non è un motivatore. Dai! Sei grande! Ce la farai! Stop. Un coach non può commentare o influenzarvi in alcun modo. Significherebbe indicarvi una rotta e non è questo il nostro compito. Il coaching è una disciplina che esula dal campo del giusto o sbagliato, bianco o nero, non suddivide il mondo in due drastiche e incomunicatbili metà. Al contrario, il coaching è una esplorazione, una danza, in cui il coach segue il suo coachee. Non deve avvenire il contrario, poiché questo sarebbe eticamente scorretto. Osservare e ascoltare sono le due più grandi doti di un coach. Un’attitudine affinata con il tempo.
Non è uno psicologo. Non siete rotti, e non c’è nessuno da aggiustare. Per ogni problema c’è una soluzione, da trovare insieme. Non siamo psicologi, non prescriviamo medicine, ma sappiamo ascoltare. Un ascolto attivo da cui scaturiscano domande che hanno il sapore della scoperta.
Non è un trainer né un counselor. Non abbiamo consigli da dispensare, né assegniamo schede tecniche da seguire. I consigli sono in voi: noi coach vi accompagniamo in questa magnifica ricerca che ha, credetemi, del miracoloso.
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