Creare: l’argilla nella mente.
Quando penso alla materia creativa, penso all’argilla. L’idea di plasmare la massa con strumenti fisici fino a darle una forma durevole nel tempo è in primis affascinante, poi accostabile a quanto accade nella nostra testa quando creiamo: prendiamo una idea, ci lavoriamo su con gli strumenti della narrazione (hai dato un’occhiata alla mia Accademia?), facciamo in modo che ne venga fuori una storia che resti nella mente e nel cuore dei nostri lettori.
Ecco perché creare è forgiare, modellare, dar corpo.
Partiamo dall’idea. È un ammasso indefinito, una nebulosa, un panetto d’argilla. Lei, l’idea, è nella nostra mente, possiamo dunque farne ciò che vogliamo. L’opinione diffusa che essa sia un fulmine che stordisce o una mela che casca dall’albero è errata, fuorviante e ingenua. Immaginate al contrario di avere tra le mani il vostro panettto, cosa ne farete?
Il tuo panetto è il tuo bozzolo di storia: devi crearla tu. Far lavorare la mente, e le mani: immagina quindi di modellare la tua materia creativa, plasmarla, tirarne fuori un protagonista, una ambientazione, delle vicende plausibili. Ti aiuta schematizzare? Divertiti a metter su una rete di schemini, post-it, linguette fosforescenti. Ti aiuta disegnare? Fai un identikit del tuo protagonista. Ti aiuta camminare? Argomenta camminando. Fai lavorare la mente: i tuoi neuroni sono le tue mani.
Perfeziona. Esatto. Siamo ben lontani dalla perfezione, eppure a essa tendiamo. Adesso che il tuo panetto ha un volto, continua a lavorarci su, un po’ per volta. Ambire a un discreto risultato è assai importante, accontentarsi di una bozza è un errore da principianti. La nostra creatività è in continua evoluzione. Come la nostra storia. Come il nostro spirito.
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