Pillola #37: Cos’è il “Punto di Vista”?

Giallo, noir, storico, fantasy, ma da quale punto di vista? E cos’è il punto di vista?
Il punto di vista è l’angolazione da cui decidiamo di raccontare una storia, perché attenzione: il narratore non è mai l’autore.
L’autore siamo noi, il narratore è colui o colei che narra la storia, che racconta le vicende. Spesso confondiamo le due figure e ci sentiamo in imbarazzo per ciò che scriviamo, come se nulla fosse frutto della nostra fantasia. Non scriviamo le nostre vite, le nostre esperienze, abitudini o sentimenti. Noi autori, quando scriviamo, lasciamo il passo ai narratori, ovvero quelle figure narrative appunto che seguono come una cinepresa i personaggi e spiegano gli sviluppi di una storia. Questa separazione è fondamentale per comprendere il punto di vista, poiché allontana l’idea che uno scrittore sia coinvolto sempre in prima persona nella sua scrittura. Mi spiego meglio. L’autore dei Promessi Sposi è Manzoni, ma colui che narra non è il Manzoni stesso: lui è stato la penna, l’uomo seduto alla scrivania, la mente, non il corpo narrativo all’interno delle pagine. La famosa domanda “quanto c’è di tuo in questo romanzo” è una fandonia perché ogni buon narratore sa che vestiamo altri panni quando dobbiamo raccontare e non sono i nostri, quelli della quotidianità. Va da sé che dunque il narratore può divenire uno stesso personaggio, protagonista o meno, enuncia i fatti secondo il proprio punto di vista, secondo la propria esperienza nella storia. Alla luce di ciò il narratore può essere omodiegetico, extradiegetico o autodiegetico.
Un narratore è detto omodiegetico quando si tratta di uno dei personaggi della storia.
Un narratore è detto autodiegetico quando è proprio il protagonista a raccontare.
Un narratore è detto extradiegetico quando si tratta di una voce narrante esterna alla storia.
Può dunque essere onniscente, e conoscere ogni risvolto della storia come fosse un dio, o no, ovvero conosce soltanto ciò che deve sapere nei limiti plausibili e narrativi della storia.
Queste pillole servono a far comprendere quanto possa essere complesso un argomento che viene spesso dato per scontato e che è invece fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi narrazione.
E voi? Quale punto di vista avete scelto per la vostra storia?
2 risposte
Cerco consigli e un editor…ho scritto un romanzo breve psicologico due anni fa e ne sto scrivendo un’altro …non so se farne una raccolta di racconti visto il tema comune della lotta alla violenza di genere e al bullismo con ricorsi alla spiritualita’ orientale…
Ciao Laura! Mi scuso, ma soltanto adesso ho la notifica del tuo commento! Sono mortificata! In ogni caso, scrivimi a questa mail: piacentinifederica@gmail.com. A presto!